martedì 19 giugno 2018

La stella di Ronaldo ha oscurato quella di Messi e Neymar

L'estate sta arrivando e con essa anche i primi verdetti di questi mondiali Russia 2018. Un torneo dove nella prima giornata si sono registrati dei risultati a sorpresa, con le big che sono apparse quasi tutte in affanno e alcuni campioni che non sono riusciti a fare la differenza come invece i loro connazionali speravano. E' strano vivere un mondiale senza l'Italia.
In Russia siamo spettatori, ma purtroppo ormai da anni ci siamo abituati ad applaudire gli altri. E così non possiamo che fare una grande standing ovation per un incredibile campione come Cristiano Ronaldo. L'asso del Portogallo aveva il compito più difficile da svolgere in questo primo turno, affrontare la Spagna. E alla fine ne è uscito fuori un pirotecnico 3-3 con tutte e tre le reti dei lusitani messe a segno del numero sette. Che CR7 facesse parte della ristrettissima cerchia di stelle del calcio mondiale lo sapevamo già, ma ancora una volta questo atleta di ormai 33 anni ci ricorda come l'ostinazione, la tenacia, la determinazione, sono tutte qualità indispensabili per rimanere lassù, dove altri non possono arrivare. Perché sulle qualità tecniche c'è poco da dire, ha vinto tutto in carriera del resto. Con la maglia del Portogallo, però, Ronaldo si sente ancor più responsabilizzato. Non solo per spirito di appartenenza, ma forse perché sa che non vive lo stesso contesto madridista. Per dirlo in maniera più semplice, non avendo al suo fianco altri calciatori del suo stesso livello, deve gravarsi sulle spalle tutto il peso del risultato.

Un peso che non lo ha mai schiacciato nel corso della carriera, tant'è che in nazionale sono ben 84 le reti messe a segno. Numeri straordinari per un campione straordinario che non ha alcuna voglia di fermarsi, nonostante l'orologio biologico continui inesorabilmente a camminare. 

Il paragone allora con Messi diventa subito impietoso in Russia, perché al contrario del portoghese il rendimento dell'argentino non è stato all'altezza delle aspettative. Anzi. Proprio il giocatore che dovrebbe trascinare l'albiceleste al trionfo per completare la sua bacheca con la coppa più importante ha fatto cilecca. Forse quel paragone con Diego Armando Maradona - lui sì capace di vincere i mondiali da vero numero dieci - lo ha schiacciato e continuerà a schiacciarlo quando sulle spalle porta la pesante casacca della nazionale. Fatto sta che nel momento clou della partita contro l'Islanda, con i "vichinghi" capaci di tenere botta e inchiodare il punteggio sulla parità, si è presentata l'occasione d'oro, Messi l'ha clamorosamente fallita. E' andato sul dischetto senza avere gli "occhi della tigre" e Halldorsson ha parato la sua conclusione. Quando sarà nonno, avrà qualcosa da raccontare nei lunghi e gelidi inverni islandesi.

Più cauti invece bisogna andare con un giudizio su Neymar. Il Brasile non ha vinto contro la Svizzera, ma non è stata certo colpa sua. Che, anzi, è stato attenzionato da vicino dai difensori elvetici. Ogni dribbling, Ney giù per terra e calcio di punizione. Considerato che è stato fermo per tre mesi, questo mondiale per lui potrebbe ancora riservare grandi cose.