sabato 7 ottobre 2017

L'Italia, Ventura e i Mondiali da agguantare

E ai playoff almeno ci andiamo. L'Italia ce l'ha fatta a centrare il traguardo minimo che doveva raggiungere, ovvero agguantare i prossimi mondiali attraverso gli spareggi. Si sapeva fin dall'inizio che sarebbe stato molto complicato riuscire ad agguantare il primato, avrebbe voluto dire battere una Spagna che sta sì cambiando pelle, ma rimane molto più forte della nazionale azzurra. Che però ha indubbiamente deluso le aspettative della vigilia.

Specie nell'ultimo periodo il ct Ventura e la sua squadra non hanno saputo esprimere un calcio godibile, l'Italia è apparsa in netta difficoltà non solo contro Piquè e compagni (che ci può anche stare...), ma anche contro avversari sicuramente modesti, che con gamba e grinta hanno colmato il gap tecnico.
Quali sono i problemi di questa Italia? In tanti, anche sui social, hanno invocato la "testa" del ct azzurro. Del resto, si sa, quando i risultati non rispettano le aspettative il primo a pagare è sempre l'allenatore. Magari il ct, in termini di scelte di giocatori e anche tattiche, avrà anche commesso qualche errore, ma anche i giocatori ci hanno messo del loro. L'Italia è apparsa una squadra slegata, disunita, senza ancora una identità ben precisa. E senza grinta, senza quella voglia che è indispensabile mettere in campo sempre e comunque.
Va detto che Ventura ha dovuto fare i conti nell'ultimo periodo anche con diversi giocatori infortunati - specie a centrocampo - che ne hanno limitato le scelte. Nello stesso tempo è rimarcabile il fatto che non siano mai stati presi in considerazione alcuni giocatori che pure avrebbero fatto comodo (e potrebbero farlo anche in futuro) alla nostra nazionale. Un paio di nomi? Jorginho del Napoli che non aspetta che una chiamata (è pur sempre il regista dell'attuale capolista della serie A), oppure un giocatore come Balotelli che a Nizza ha ritrovato il feeling con il gol e nello stesso tempo ha limitato le sue "balotellate".

E poi in tanti evidenziano come l'Italia non abbia ancora trovato il modo giusto per stare in campo. Si passa dal 4-2-4 al 3-4-3 con facilità, un camaleontismo che però finora non ha dato frutti. E' vero che bisogna saper cambiare in corsa, ma forse si sta esagerando. Ventura ha finora adattato gli schemi ai giocatori convocabili, d'ora in poi sarà forse meglio definire un modulo e cementare il gruppo. Pure in questo caso c'è una precisazione da fare. Non è facile preparare le partite in pochi giorni, per trovare gli equilibri tra i reparti c'è bisogno di tempo, di prove e riprove, di continue esercitazioni. E visti tutti gli impegni dei giocatori con le loro squadre di club è di fatto impossibile programmare un raduno di almeno una settimana.
Ma torniamo alle cose pratiche. Gli spareggi, dicevamo. L'Italia è entrata a far parte delle migliori otto seconde di queste qualificazioni mondiali, e adesso attende con ansia di conoscere la squadra da affrontare. Il 17 ottobre gli azzurri conosceranno il nome dell'avversario e non c'è certo da stare tranquilli, visto l'attuale stato di forma di alcuni giocatori. La nostra nazionale però, nelle partite che contano davvero, difficilmente tradisce. E' questa la speranza a cui aggrapparci per non veder svanire il sogno mondiale.