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La prodezza di Brignoli (fonte foto pagina Twitter Benevento) |
Sempre tirando calci di rigore negli anni Settanta si è fatto ricordare il portiere Rigamonti del Como, mentre per trovare il primo storico gol italiano su azione abbiamo dovuto aspettare il 1992. Esattamente il 23 febbraio, quando l'estremo difensore della Cremonese Michelangelo Rampulla (che in tanti ricorderanno poi come ottimo secondo nella Juventus negli anni successivi) in pieno recupero andò a saltare nell'area dell'Atalanta, con la sua squadra sotto di un gol. Anche in quel caso i difensori non riuscirono a contrastare lo stacco del portiere, che di testa infilò la palla nel sacco. Eccola, la storia che si riscrive. Ma come fa un giocatore poco abituato a situazioni del genere a essere praticamente perfetto, sfruttando l'unica occasione possibile? «Questione d'istinto - spiegò proprio all'epoca Rampulla - vuol dire che se rinasco faccio l'attaccante». A seguirne le ombre, qualche anno dopo, sarà il portiere della Reggina Taibi. Anche in quel caso la sua squadra era sotto di una rete (1 aprile 2001) contro l'Udinese e un ko avrebbe senz'altro minato le speranze di salvezza della squadra allenata da Franco Colomba. Mancano solo due minuti alla fine e al portiere non rimane altro da fare che andare a sfidare la sorte in avanti, complice un calcio d'angolo. Taibi, da vero capitano, non ci sta a perdere e sulla parabola disegnata da Mamede trova uno stacco imperioso, degno del miglior centravanti. Turci, collega dell'Udinese, non può far altro che raccogliere la palla in fondo al sacco. Se in serie A il successore di Taibi è Brignoli (anche se qualcuno ricorderà un quasi gol di Toldo in Inter-Juventus del 2002, con il portiere comunque decisivo nel pareggio in mischia di Vieri), c'è comunque da segnare in Europa League nel 2006 la prodezza del campione del mondo Marco Amelia, terzo portiere della fortunata spedizione azzurra guidata da Lippi. Il 2 novembre di quell'anno la sua squadra, il Livorno, si giocava il passaggio del turno in Europa League contro il Partizan Belgrado ed era sotto di una rete. Per andare avanti nella competizione serve far gol, non importa come e a trovarlo è proprio il portiere, anche questa volta con una deviazione di testa che inganna il portiere serbo.
E' chiaro che al club dei portieri goleador risultano iscritti anche numeri uno stranieri. Anzi, potremmo nominare "presidente" Rogerio Ceni, brasiliano campione del mondo del 2002 che è stata la bandiera del San Paolo per ben 23 anni prima di ritirarsi nel 2015. Ceni ha un record che difficilmente qualcuno riuscirà a battere, ha segnato in carriera la bellezza di 129 reti (sì, avete letto bene) ed è stato spesso decisivo per le sorti della sua squadra. Come? Il brasiliano aveva un piede chirurgico, con quel tocco di palla avrebbe potuto praticamente giocare in qualsiasi zona del campo. Implacabile dal dischetto, formidabile sui calci di punizione, che andavano quasi sempre a terminare la loro corsa all'incrocio dei pali. Sempre in Sudamerica hanno fatto gol a raffica pure il paraguaiano Chilavert e il pittoresco portiere colombiano Renè Higuita, 45 gol in carriera di cui tre addirittura con la maglia della nazionale. Portieri goleador, perché chi subisce gol, in fondo, sa pure benissimo come si fa a farli.